(sintesi dell’intervento di Bruno Aimone – Caselette, 18/6/2016)

Le Direttive “Habitat” e “Uccelli”

La Direttiva europea n. 92/43/CEE (Direttiva “Habitat” relativa alla “conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche”) ha introdotto i concetti di “salvaguardia della biodiversità” e di “corridoi ecologici”, definendo una metodologia comune per tutti gli stati dell’Unione Europea perché possano individuare, proporre e designare, sulla base di criteri chiari, la propria lista di Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Attraverso il programma “Bioitaly” l’Italia ha individuato sul territorio nazionale tra il 1995 e il 1997 le aree proponibili come SIC.

La Direttiva “Habitat” si integra con la Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE, poi sostituita dalla Direttiva 2009/147/CE), che riguarda la conservazione di 182 specie e sottospecie di uccelli selvatici e che ha istituito le Zone di Protezione Speciale (ZPS) per la conservazione dell’avifauna. A queste ZPS si aggiungono le Zone Speciali di Conservazione (ZSC), che riguardano la conservazione di 253 tipi di habitat, 200 specie animali e 434 specie vegetali presenti negli Allegati della Direttiva “Habitat”, con l’obiettivo di mantenere o ripristinare gli habitat e le specie in uno stato di conservazione ottimale nelle loro aree geografiche di appartenenza.

Rete Natura 2000

Le Direttive “Habitat” e “Uccelli” sono state attuate attraverso la costituzione della “Rete Natura 2000”, che ha definito un quadro comune per la conservazione delle piante e degli animali e degli habitat, attraverso la creazione di una rete di ambienti da tutelare. Le misure adottate sono volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario. La tutela dei Siti della rete Natura 2000 in Italia è stata recepita per legge con il DPR 357/97 modificato con DPR 120/2003.

Per far conoscere e apprezzare la ricchissima biodiversità del Piemonte, l’habitat e le specie tutelati dalle direttive comunitarie, la Regione Piemonte ha pubblicato delle guide, come strumenti di lavoro per i tecnici e di conoscenza per il cittadino comune e per gli amministratori su come anche un piccolo ambiente che può sembrare insignificante abbia invece richiamato l’attenzione dell’UE alla sua tutela, perché ospita animali o piante in via di estinzione ed è perciò meritevole di essere tutelato. Si segnala in particolare la guida Siti di Importanza Comunitaria. La Rete 2000 in Piemonte, Regione Piemonte 2008.

Il SIC- Monte Musiné e laghi di Caselette

E’ classificato come SIC IT1110081, ha una superficie di 1518 ettari ed è compreso nel territorio dei Comuni di Almese, Caselette, San Gillio e Val della Torre.

Le sue caratteristiche generali sono date da una montagna che si affaccia direttamente sulla piana alluvionale, con clima marcatamente mediterraneo, con vegetazione costituita da boschi termofili e praterie aride associate a zone umide. In questo SIC hanno una particolare importanza i laghi di Caselette e Borgarino, per la presenza di specie legate agli ambienti acquatici e alle migrazioni.

Flora e fauna del SIC

Il SIC è ricchissimo di flora: sono oltre 830 le specie segnalate, con la presenza di specie rare in regione: Tra queste la Epipactis palustris, la Orchis incarnata, il Cladium mariscus, la Utricularia australis, la Marsilea quadrifolia, la Campanula bertolae.

Il nostro SIC è la più importante oasi xerotermica del Piemonte, con una ricchissima fauna di invertebrati. Molte specie in Piemonte sono esclusive di questo sito, che conta circa il 20% dei lepidotteri diurni italiani, tra cui la Maculina arion, la Maculina telejus (unica in Piemonte e seconda in Italia), la Euphydryas aurinia, la Callimorpha quadripunctaria, la Zerynthia polyxena e la Lycaena dispar.

Le libellule vi sono presenti con oltre il 30% delle specie segnalate per il territorio di Piemonte e Valle d’Aosta; tra queste la Aeshna isoceles, la Somatochlora flavomaculata, la Cordulegaster bidentata e la Ceragrion tenellum.

Tra gli invertebrati si segnalano: la Saga pedo, il Lucanus cervus, il Cerambix cervus e la Phytoecia vulneris.

Di particolare interesse sono poi alcuni anfibi presenti nelle pozze dell’ex-poligono militare: il Triturus carnifex, il Triturus vulgaris, il Triturus alpestris, l’Austropotamobius pallipes e l’Emys orbicularis.

Tritoni ritrovati alle pozze del SIC a Caselette

Quanto agli uccelli, il nostro SIC è uno dei pochi siti regionali di nidificazione, e vi si segnalano presenze di notevole interesse, quali il Biancone (Circaetus gallicus), l’Occhiocotto (Sylvia melanocephala), il Succiacapre (Caprimulgo europeo), la Sterpazzolina (Sylvia cantillans), e inoltre il Falco pescatore, il Tarabuso, l’Albanella reale e la Gru.

La gestione del SIC

Il SIC – Monte Musiné e laghi di Caselette è formalmente in capo alla Regione Piemonte, e la sua gestione deve assicurare il mantenimento degli habitat e delle specie in uno stato ottimale di conservazione, cosa che si attua con specifiche misure di conservazione e con procedure di valutazione della possibile incidenza delle attività antropiche sull’habitat e sulle specie.

Questa scheda è una sintesi dell’intervento di Bruno Aimone, Direttore Aree Protette Alpi Cozie – Caselette, 18/6/2016.

Sull’argomento su può consultare il sito: http://www.regione.piemonte.it/parchi/cms/rete-natura-2000/rete-natura-2000-in-piemonte.html