La costruzione della Croce in vetta al Musiné

Il Novecento si aprì a Caselette con una realizzazione grandiosa per un piccolo centro: la costruzione della Croce monumentale in vetta al Musiné, ideata e fortemente voluta da don Francesco Pautasso (parroco caselettese dal 1886 al 1928) nell’ambito delle celebrazioni per l’anno giubilare 1900, progettata dall’ingegner M. Accati e realizzata dalla ditta Visetti di Torino col fattivo contributo (soprattutto per il trasporto dei materiali) di tanti caselettesi. Innalzato nell’estate 1901, il monumento fu inaugurato con gran concorso di folla il 10 novembre di quell’anno con celebrazioni religiose in vetta al Musiné, a S. Abaco e nella chiesa parrocchiale. Se si considera l’ingente sforzo, di risorse e di disponibilità, che l’opera riuscì a mobilitare nella comunità caselettese, non appare esagerato vedervi un valore che il paese vi riconobbe come segno di una propria identità: una presenza divenuta in poco tempo altamente simbolica, se, già un decennio dopo, le “celebrazioni costantiniane” del 1912 furono inaugurate con un triplice affollato pellegrinaggio proprio alla Croce.

Un emblema del Musiné e del paese

Lungo il corso del XX secolo il monumento sempre più contrassegnò di sé il Musiné e il paese ai suoi piedi: emblema esteriore, per visibilità e imponenza, di un’identità topografica, la Croce è diventata uno dei primi connotati di Caselette agli occhi e alla mente dei forestieri e per i caselettesi un segno familiare. Ma sul piano materiale col passare degli anni le intemperie e qualche atto di vandalismo arrecarono danni alla pur solida struttura del monumento, rendendo necessari degli organici lavori di restauro. Questi furono effettuati prima nel 1974 e poi, con più considerevole intervento conservativo, nel 1990 per iniziativa del Comune e sostegno del volontariato del locale gruppo Alpini; dopo la reinaugurazione della Croce restaurata, il 1° maggio 1991, le memorabili manifestazioni promosse dal Comune per il centenario e culminate nella celebrazione del 16 settembre 2001 hanno consegnato al nuovo millennio il “segno sul monte” orgoglio di Caselette.

Un paese depresso

Ma questo restava, ai primi del Novecento, una paese depresso: con una base economica in gran parte legata a un’agricoltura di sussistenza, con una debolissima disponibilità di risorse, carente di opportunità commerciali e di un comodo accesso viario, Caselette restò ancora prigioniero dell’onda lunga della crisi agraria che aveva investito le campagne del Piemonte e dell’Italia nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, mentre ben poco beneficio poteva giungere al momento dal decollo industriale italiano dell’età giolittiana. Le gravi difficoltà economiche costrinsero numerosi caselettesi a emigrare; ne conseguì un calo della popolazione, a cui si aggiunse il disastro umano della prima guerra mondiale (17 caduti, una fetta enorme della fascia giovanile) ad accentuare un regresso demografico che mantenne fino agli anni Trenta il paese sotto i 700 abitanti.

Bibliografia

E. CAPELLO, I 90 anni della croce sul Musiné, Grugliasco 1991.

D. VOTA, Il segno sul monte. Caselette, don Pautasso e la Croce del Musinè 1901-2001, Borgone 2001.

D. VOTA, La lunga storia di un paese tra la Dora e il Musiné, Caselette 2004, pp. 40-43.