Il primo ‘900: una vita secondo ritmi tradizionali
Fin oltre la metà del Novecento lo scorrere della vita in Caselette continua ad essere scandita dai ritmi imposti dall’occupazione prevalente, l’agricoltura. Il Musiné è sempre una risorsa importante: fornisce acqua, funghi, legna ed erba per le mandrie; al mattino una lunga processione di animali raggiunge il monte per scendere verso sera, passano al “toròn” per l’abbeveraggio e ritornano nelle stalle. Pochi i cittadini che si recano al lavoro fuori paese, chi a piedi chi in bicicletta, alcuni sino a Torino. In Caselette opera un’unica industria, la cava di magnesite.
Gli anni ’30: l’acquedotto e la strada statale
Negli anni Trenta qualche nuova struttura incide positivamente sulla realtà del paese: la realizzazione di un più moderno acquedotto che incanala le acque della montagna (1933) offre ai caselettesi un più funzionale accesso all’acqua potabile; la costruzione della strada statale ai piedi del centro abitato (1939) collega meglio il paese alla viabilità intercomunale.
La guerra: tra paura e sofferenze
Poi arriva il periodo più grigio, che coincide con la seconda guerra mondiale: tra i giovani che partono per il servizio militare, alcuni non fanno più ritorno; come ogni paese, anche Caselette registra episodi che lasciano il segno nel tempo: giungono nel 1943 i primi Salesiani che diventano proprietari del castello Cays; il parroco don Giovanni Colombero, che si adopera con generosità in favore dei parrocchiani e in soccorso di molti perseguitati, subisce la sofferenza della prigione nel famigerato carcere di via Asti; la popolazione vive tra paura e miseria.
Gli inizi della grande trasformazione: le industrie
Finalmente la vita riprende i ritmi normali, ma solo con la fine degli anni Cinquanta si scorgono i primi segni di una netta ripresa, che diventa in poco tempo una trasformazione epocale. Mentre nuove esigenze di vita portano il Comune a realizzare alcune importanti opere pubbliche, dall’edificio delle Scuole Elementari (1959) all’ampliamento dell’acquedotto mediante un pozzo allacciato alla rete idrica alimentata dalle sorgenti del Musiné (1963), si avvia lo sviluppo industriale: grazie a una legge che agevola gli insediamenti industriali in zona montana e depressa, Caselette diventa meta preziosa di imprenditori che abbandonano la città e insediano in paese le loro officine. Molti giovani lasciano il lavoro agricolo per recarsi in fabbrica, dove trovano una remunerazione che consente loro una vita decorosa; esplode la vendita di motociclette ed auto, e poi di televisori.
Gli anni ’60: sviluppo industriale, aumento della popolazione
Si arriva così agli anni Sessanta, il periodo di maggiore sviluppo: si installano in paese oltre 60 industrie di varie dimensioni e la popolazione comincia a registrare una costante crescita: al censimento del 1961 Caselette conta 816 abitanti, ma nel 1971 salgono a 1381, a 2293 nel 1980 e 2250 nel 1990, sino ai 3000 dei giorni nostri. Numerosi caselettesi trovano occupazione in loco, accanto a molti lavoratori che giungono dai paesi vicini; la disoccupazione scende al 6%. Anche la scolarità si allunga: si estende a tutti i ragazzi la frequenza alla Scuola Media, per la quale ci si sposta al momento nella confinante Alpignano.
Fino agli anni Sessanta l’unico riferimento importante per la comunità era la parrocchia, ma in quegli anni prendono il via iniziative di aggregazione: nasce ad esempio l’U. S. Caselette con attività diversificate, dallo sport alle manifestazioni popolari.
Sviluppo urbanistico, opere pubbliche, associazioni
Sviluppo industriale e aumento della popolazione si accompagnano a un consistente sviluppo urbanistico: strade ed edifici del paese acquistano un volto più moderno, sorgono nuove abitazioni in aree prima rurali o non occupate, su tutte (a partire dai primi anni Settanta) l’ampio insediamento del Villaggio. Giungono i tempi della realizzazione di grandi opere che hanno inciso in modo determinante negli usi e costumi di Caselette. Nel 1979 si inaugura il complesso scolastico che ospita le nuove Scuole Elementari con annessa palestra, Sala Assembee e locali vari, a cui si aggiunge nel 1990 la Scuola Media. E’ una svolta storica: con a disposizione locali idonei i cittadini si aggregano e danno vita a gruppi e associazioni che favoriscono la socializzazione. Vengono realizzati, tra gli altri, il Campo Sportivo, il nuovo Comune, il Centro Sociale, Piazza Cays.
Sul piano delle istituzioni locali Caselette entra a far parte prima del Consiglio di Valle, che si trasforma poi in Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia; in ambito scolastico diventa sede di Istituto Comprensivo.
Le opere recenti
Nel frattempo il volontariato locale è in fermento. Molti cittadini che hanno iniziato a lavorare in età precoce raggiungono la pensione ancora giovani con una manualità straordinaria e una generosità che consente di realizzare opere di grande rilievo: tra le più importanti, il consolidamento e la ristrutturazione del Santuario di S. Abaco attraverso l’opera dei priori e di tanti volontari e la ristrutturazione della Croce in vetta al Musinè nel 1990-91 con due memorabili momenti: il 1° maggio 1991 per solennizzare l’ultimazione dei lavori e il 16 settembre 2001 in occasione del primo centenario del monumento.
Infine, a completare un sistema di strutture di servizio sicuramente invidiabile per un paese, si aggiunge la realizzazione del Salone Polivalente. E con ciò, entrati nel XXI secolo, siamo al più immediato presente, su cui c’è ancora da attendere prima di fissarlo nella storia.
Bibliografia
P. VOTA (a cura di), Caselette ieri e oggi, Almese 1980, pp. 26 ss.
D. VOTA, La lunga storia di un paese tra la Dora e il Musiné, Caselette 2004, pp. 43-50.